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Rapporto “Gli italiani e lo sport”

Anno di pubblicazione:

Il report «Gli Italiani e lo Sport», realizzato dall'Osservatorio permanente sullo sport, spin-off di Fondazione SportCity, in collaborazione con Istat, Ibdo Foundation e Istituto Piepoli, rappresenta un lavoro complesso e articolato, realizzato con i contributi di 28 esperti e 10 parlamentari. Il rapporto è stato presentato il 5 febbraio 2024 a Roma con un intervento del Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi e con le prefazioni di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, Luca Pancalli, Presidente del Cip, Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, e Marco Mezzaroma, Presidente Sport e Salute.

I dati del rapporto evidenziano che nel 2022 in Italia, la quota di persone sedentarie, che nel tempo libero non praticano nessuno sport e nessun tipo di attività fisica, è stimata a 19 milioni e 400 mila, vale a dire 39,1%, cioè più di un terzo della popolazione. Lo sport in modo continuativo è stato praticato dal 26,3% della popolazione per un totale di 15 milioni, mentre un altro 8,3% ha svolto una pratica sportiva in modo saltuario.

La quota di persone sedentarie nel 2022 torna ad aumentare dopo una graduale tendenza in diminuzione che ha toccato il minimo nel 2021 (34,8%) riducendosi del 7% rispetto all’anno precedente (37,4% nel 2020) e del 20% rispetto al primo anno disponibile della serie (43,3% nel 2001).

Inoltre, il rapporto ha messo in evidenza molte differenze:

- Gap territoriale tra nord e sud, con i tassi più bassi di sedentarietà registrati nelle province autonome di Trento (16,2%) e Bolzano (16,9%) e i più alti in Calabria (59,3%) e Sicilia (59,3%). Analogamente, in altre regioni meridionali più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica: Campania (55,1 %), Puglia (54,8 %) e Basilicata (53,7 %).

- Differenze marcate rispetto al titolo di studio a tutte le età, confermate dai dati Istat, in particolare tra le persone adulte di 25-44 anni: nel 2022 la quota di persone con basso titolo di studio che non pratica sport o attività fisica è oltre il doppio rispetto a quella di chi ha un titolo di studio più elevato (49,7% vs 17,9%). Inoltre, nell’arco temporale di venti anni (2001- 2021) la sedentarietà è diminuita in misura maggiore tra le persone con titolo di studio alto accentuando le disuguaglianze sociali.

- Andamento crescente all’aumentare dell’età: nel 2022 riguarda quasi una persona su quattro tra i giovani di 18-24 anni (23,6%) e quasi sette su dieci tra la popolazione di 75 anni e più (67,2%).

Il dato più significativo, e preoccupante, è quello della scarsa propensione dei giovani a fare sport. Per questo motivo, non solo lo sport agonistico, ma tutta l'attività fisica cosiddetta 'adattata' (alle varie età, al genere, alle patologie, ecc.) rappresenta oggi, assieme alla corretta alimentazione, una vera strategia preventiva, ma anche una terapia per le malattie croniche non trasmissibili (metaboliche, cardiovascolari e polmonari, ecc.).

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