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Si arresta l’impennata della sedentarietà. Quasi 1 italiano su 5 ha iniziato a fare sport con la pandemia

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Secondo i primi risultati della ricerca condotta dall’ASI in collaborazione con SWG, prima del Covid, erano 2 italiani su 3 a svolgere attività fisica o sportiva. A distanza di un anno e con il perdurare della pandemia, è salita al 75% la quota di italiani che praticano attività fisica o sportiva: in questo dato non solo rientra chi ha perseverato durante l’emergenza sanitaria (il 59%), ma anche chi ha iniziato proprio con l’inizio della pandemia, al termine di un anno eccessivamente sedentario (il 16%).

Si sono attivati, per cominciare a svolgere una qualsiasi forma consentita di attività motoria, soprattutto gli italiani over 75, la cosiddetta generazione Silent. Mentre, tra coloro che già praticavano, si sono dati da fare per rimanere fisicamente attivi, in particolar modo, i giovani che oggi hanno tra i 25-40 anni (Millennials). La generazione più sportiva e attiva è anche quella della DAD e della più dolorosa interruzione delle occasioni di socialità. Per i giovani tra i 16-25 anni infatti l’allenamento in casa, meglio se attraverso l’ausilio di internet, rimane centrale: il 39% di loro (+21 rispetto al dato medio) continua a fare esercizio in casa via app, tv, dvd, video o consolle.

In conclusione, un ottimo segnale: sebbene il movimento sportivo abbia perso, come era prevedibile, qualche praticante a causa della pandemia e delle conseguenti restrizioni, ne esce arricchito di una quota doppiamente ampia che, se correttamente motivata, potrà mantenere le buone abitudini guadagnate anche a fine emergenza sanitaria.

Passando alle persone che non praticano, prima del Covid-19 queste costituivano il 34% del campione. Oggi, solo 1 su 4 non pratica: tra questi ci sono sia coloro che hanno smesso di fare attività fisica con la pandemia (il 7%) che coloro che sono rimasti sedentari (il 18%).

PRATICA SPORTIVA PRIMA E DOPO UN ANNO DI PANDEMIA

CON L’INIZIO DEL 2021, SI ARRESTA L’IMPENNATA DELLA SEDENTARIETÀ

In base alla frequenza con cui si allenano, gli intervistati sono stati classificati in:

  • “sedentari” (25% dei casi), ossia coloro che non si muovono mai;
  • “attivi” (35% dei casi), ovvero chi pratica più volte a settimana;
  • “saltuari” (40% dei casi), ossia chi pratica al massimo una volta a settimana.

Nella ricerca condotta da ASI e SWG, i dati sulla sedentarietà sono stati confrontati con quelli prodotti da Sport e Salute e SWG nell’ambito dell’indagine "Emergenza sanitaria Covid-19 e sport: gli impatti sugli stili di vita dei cittadini", risalente a luglio 2020. Dalla comparazione si è evidenziata un’impennata della sedentarietà, soprattutto nell’ultimo trimestre del 2020. Tuttavia è anche visibile un trend in miglioramento con l’inizio del nuovo anno: i sedentari infatti sono passati dal 22% di luglio 2020, al 34% di dicembre, fino a ridursi nuovamente a febbraio 2021 quando si sono attestati al 25%.

ATTIVI, SALTUARI E SEDENTARI (LUGLIO 2020-FEBBRAIO 2021)

L’ATTIVITÀ FISICA TORNA FUORI DALLE MURA DOMESTICHE

Dall’indagine è inoltre emersa una forte preferenza per l’outdoor: tenendo conto sia di coloro i quali hanno praticato solo all’aria aperta che di quelli che l’hanno alternata con la pratica tra le mura domestiche, è emerso che l’85% del campione ha praticato fuori casa, a dispetto della stagione invernale.

Comparando il dato con quello dell’indagine di Sport e Salute/SWG precedentemente citata, è interessante notare che, nonostante le maggiori restrizioni rispetto all’estate e il clima migliore, questo dato a febbraio risulti più alto rispetto a luglio, periodo in cui la percentuale di chi praticava outdoor si attestava sul 79%.

Nel dettaglio, tra le attività svolte fuori casa, quelle preferite sono le camminate veloci (particolarmente diffuse tra 56-75enni, donne e persone con reddito basso), andare bicicletta e correre/fare jogging (attività più diffuse tra i 25-40enni e gli uomini).

PIÙ CAMMINATE ALL’ARIA APERTA, MENO FITNESS IN SALOTTO

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