“Abbiamo regalato loro un’emozione indescrivibile - ha raccontato Daniela Sepio, la psicologa Referente Nazionale del progetto ‘Calcio Integrato’ -. Vivere anche i momenti dei gol è stato speciale, le reti riescono anche a far abbracciare, hanno permesso loro di reagire a uno stimolo importante in un ambiente sicuro e tutto ha assunto un senso ancora più importante in assoluto”. La Quiet Room rappresenta un’opportunità importante: “E non è solo logistica, ma è soprattutto sociale e psicologica - prosegue Sepio -. Ha permesso a questi bambini, potenzialmente oberati da stimoli sensoriali dovuti al contesto dello stadio durante una partita, di poterla seguire, che è ciò che più gli piace”.
Il tutto, come detto, rientra all’interno del progetto ‘Calcio Integrato’: quelli presenti nella Quiet Room erano bambini della Ledesma Academy, la scuola calcio fondata dall’ex capitano della Lazio Cristian Ledesma. “È uno dei club che porta avanti questo progetto, allenando questi bambini l’obiettivo è integrarli in un contesto sociale: l’inclusione non è un progetto, ma un valore. Per capire l’importanza di un’occasione come la Quiet Room bisognerebbe fare un giro nella vita di tutti i giorni di questi ragazzi. Essere qui oggi non rappresenta solo l’essere andati allo stadio, ma assume un significato più ampio di appartenenza a una comunità, cosa che per loro non ha prezzo - conclude la psicologa -. Attraverso ‘Calcio Integrato’ possiamo permettere loro di essere parte integrante di questa comunità e questo è uno degli scopi che ci poniamo come Settore Giovanile e Scolastico”.
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