- Sport e Salute S.p.A.
- Chi Siamo
- Sport nei Territori
- News & Media
- Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche
- Partner
- Whistleblowing
- Portale fornitori
- Società trasparente
- Richiesta Patrocinio
- Lavora con noi
- Bandi e Progetti
- Bandi e avvisi
- Bici in Comune
- Avviso Sport è Salute
- Sport di Tutti
- Allestimento spazi non convenzionali
- Calabria per i Giovani
- Sport e Giovani
- Scuola Attiva
- Spazi Civici
- Sport e Integrazione
- Team Illumina
- Un passo contro la violenza
- Contributi Progetti 80 Mln
- Progetti degli Organismi Sportivi
- Sport e Periferie
- Sport nei Parchi
- Sport Lover
- Organismi Sportivi e ASD/SSD
- Federazioni Sportive Nazionali
- Discipline Sportive Associate
- Enti di Promozione Sportiva
- Associazioni Benemerite
- Corpi Militari e Civili
- Riforma del lavoro Sportivo
- Progetti degli Organismi Sportivi
- SporTiAmo
- Convenzioni
- Sport nei Territori
- Eventi e Iniziative
- Eventi Sportivi
- Parco Sportivo Foro Italico
- Stadio Olimpico Tour
- Convenzioni
- Foro Italico Camp
- Playground Illumina
- #BeActive
- Sport e Innovazione
- #PiùSportPiùVita Tour
- Sosteniamo il Futuro dello Sport
- Parco Foro Italico
- Foro Italico
- Parco Sportivo Foro Italico
- Stadio Olimpico Tour
- Eventi Sportivi
- Scuola e Corsi
- Impiantistica
- Sport e Periferie
- Impianti Sportivi
- Salute e Benessere
- Corretti stili di vita
- Sport e Alimentazione
- Pillole di nutrizione
- Sport a Casa
- Ricerca e Sviluppo
- Studi e dati dello Sport
- WeSportUp
- Link utili
- Documenti
- Dipartimento per lo Sport
- Comitato Olimpico Nazionale Italiano
- Comitato Italiano Paralimpico
- Commissione Europea
- Ministero dell’Istruzione e del Merito
- Ministero della Salute
- Istituto Superiore di Sanità
- Organizzazione Mondiale della Sanità
- Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano
- Feed RSS
- Illumina Caivano
Primo Piano
Sabelli: "Sport gratis alle famiglie povere. Adesso i soldi ci sono".
Di Giuseppe Smorto, tratta da Repubblica
Di questi tempi, è una notizia clamorosa. «I soldi ci sono: sono tanti e vanno spesi bene». Rocco Sabelli deve distribuirli: ha in tasca il portafogli dello Sport italiano, esperienza non meno facile rispetto a Tim, Piaggio, Alitalia. Da ad di "Sport e Salute" incarna quella riforma targata Lega-M5S che ha cambiato il Coni. Una riforma che il nuovo governo non vuole toccare.
Schematizzando: Sabelli si occuperà dei conti e dei praticanti (l'Italia solo 23a in Europa), il presidente del Comitato olimpico Malagò dei campioni. Troverete il primo più spesso sulle pagine di cronaca, economia o Salute, l'altro su quelle di sport, magari mentre canta l'inno a Tokyo 2020.
Al momento sono separati in casa al primo piano del Palazzo H del Foro Italico e rischiano perfino di incontrarsi alla toilette. La riforma non è stata indolore: ma dietro la grottesca polemica sui posti in tribuna d'onore c'è di più. Come se si dovesse passare a una fase 3.0, da una gestione moderna ma paternalistica, appesa alle medaglie e ai denari del calcio, a una più manageriale con criteri da non rimettere in discussione ogni anno.
Ingegner Sabelli, lo sport è una foto del Paese: secondo il Censis, ci si muove di più al Nord che al Sud, gli uomini più delle donne, in centro più che in periferia: siamo sportivi seduti
«E noi dobbiamo liberare risorse. Ho studiato i bilanci delle federazioni: il 33% dei soldi è destinato alle spese generali, solo il 67 alle attività. C'è una voragine fra i procuratori milionari che pescano fino ai ragazzini e le povertà della base. E invece l'educazione al movimento è un diritto, è una risposta a emergenze sociali e sanitarie».
E voi che fate?
«Vari progetti pilota: come quello che destina 7 milioni alle famiglie povere in base al loro Isee, agli over 64, ai ragazzi con problemi come l'obesità, individuati da uno screening medico. Tutto gratis».
E per la scuola?
«Un progetto per le quarte e quinte elementari, cinquecentomila studenti e 4000 tutor provenienti dalle facoltà di Scienze Motorie in classe».
Maggiore efficienza o allargamento della base: lei perché è qui?
«Perché mi piace la sfida: non ho nemici ma nemmeno amici: devo solo spendere fino all'ultimo euro i 410 milioni che la legge ci assegna ogni anno. Soldi pubblici, sottolineo. Che potrebbero anche crescere e ci arrivano con un meccanismo preciso: sono il 32% delle tasse versate dal mondo dello sport, dalla Juventus fino alla più piccola delle società. I ricchi pesano e aiutano».
Mai così tanti da quando è tramontato il Totocalcio.
«Il conto totale a oggi è di circa 470 milioni. Abbiamo un piccolo tesoretto, 60 milioni di maggiori entrate. Soldi che andranno alle federazioni, alla scuola, alle periferie con criteri precisi e oggettivi, parametri e algoritmi».
Più trasparenza?
«Diciamo più metodo. La scommessa è quella di fare una Finanziaria dello sport italiano».
Più facile leggere i bilanci o capire la differenza fra un ente di promozione vero e uno finto?
«Di sicuro è difficile ricordarsi facce e nomi delle federazioni, delle Benemerite, discipline associate, delle società militari, dei comitati regionali e provinciali, dei probiviri. E appunto degli Enti di Promozione, quelli grandi come Uisp e Csi, fino ai più piccoli. Con loro abbiamo aperto tre tavoli di confronto».
Una struttura elefantiaca.
«Una struttura da semplificare».
Semplifichiamo: prima i soldi li distribuivano gli altri, ora voi.
«Sì, ma misurando e tracciando le attività. Senza rischio di conflitto di interessi. Ma lo sa che molte federazioni sono gelose dei loro dati? In termini numerici, i centri di aggregazione legati allo sport superano qualunque altro luogo di incontro collettivo. Mi batterò per creare un grande database dello sport italiano. Sarà più facile arrivare all'utente e alle sue esigenze, per capire dove e come pratica un disciplina, e che cosa cerca intorno a casa sua».
Alla fine si torna sempre ai Big Data e al geomarketing.
«E a progetti comuni. Unico canale di spesa e di gare, gestiremo tutti gli appalti per gli impianti. Che sono 56.000, secondo il nostro censimento. Dall'Olimpico di Roma in giù».
Argomento caldo. Non mancano le cattedrali nel deserto. A partire dalla vela di Calatrava che dà il benvenuto a Roma Sud. L'emergenza impianti c'è soprattutto nelle periferie.
«Ci sono sul piatto 400 milioni per 4 anni. Sono soldi a fondo perduto per rigenerare strutture, la media di ogni intervento è di 350-400 mila euro. Solo l'8% della somma stanziata è stata spesa. Magari non per colpa nostra, ma per i tempi lunghi delle giunte comunali e della burocrazia. Assumeremo ingegneri e progettisti, anche questo lavoro verrà centralizzato».
In effetti, per un campo di volley, lo stesso disegno potrebbe valere a Savona, Pescara o Reggio Calabria.
«Prima ne facevano tre diversi. L'importante è che siano impianti senza problemi di accesso, abbiamo ancora campi senza spogliatoi per le donne, percorsi a ostacoli per i disabili. La strada è lunga».
Auguri, non sarà facile. E dove metterete tutti questi risparmi?
«Li reinvestiremo nello sport Italiano».
Segui Sport e Salute sugli account social ufficiali per tutti gli aggiornamenti: