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Primo Piano
Arrampicata Sportiva
L’Arrampicata Sportiva sta conoscendo, anche in Italia, un “rinascimento” travolgente. I tesserati della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI) rappresentano solo la punta di un iceberg i cui contorni reali sono ancora difficilmente identificabili. Nel 2008 gli iscritti alla Federazione erano circa 6.000. Dieci anni dopo si attestano attorno ai 30.000. Solo nel 2017 i tesserati sono passati da 20.000 a 30.000. I motivi di questa crescita sono diversi, solo in parte legati all’ingresso della specialità nel programma delle Olimpiadi di Tokyo 2020. È più probabile, anzi, che questo traguardo rappresenti un riconoscimento di un fenomeno in crescita da diversi anni. L’Arrampicata, come la maggior parte degli sport outdoor, incontra il gusto delle persone perché riavvicina l’uomo alla natura. Un’esigenza sempre più sentita da parte degli sportmakers, che ricercano nell’attività sportiva quel contatto e quel rapporto privilegiato con l’ambiente che manca alla maggior parte delle attività quotidiane. Su questo sfondo, legato alla dimensione “postmoderna” della vita attuale (sensibile, almeno a livello di percezione di massa, alle tematiche ambientali, ai cambiamenti climatici, a preservare gli ecosistemi del pianeta), si aggiunge la dimensione innata del gesto. Dimensione mai dimenticata, ma che si sta riscoprendo grazie alle tecnologie moderne che la rendono più sicura e alla portata di tutti.
È la dimensione ludica/conoscitiva dell’arrampicata, che resta il primo gioco (e più praticato) del bambino. Ci si arrampica per iniziare a camminare, per conoscere, salendo sui letti, mobili, alberi. Ci si arrampicava, prima che nascessero le palestre artificiali, sui muri; lo si fa adesso nei parchi giochi e in molte scuole. Questa attività, innata, adesso è possibile esercitarla anche in età adulta, grazie alle tante palestre indoor presenti nelle città, dotate di confort e servizi in grado di rispondere alla richiesta di sport (e wellness) attuale. Da questo punto di vista gli esempi storici, e virtuosi, di Arco di Trento, e della Liguria stanno trovando sempre più emuli anche in altre zone di Italia; le quali, però, si approcciano all’arrampicata comprendendo perfettamente che ad una sistemazione e bonifica delle falesie presenti deve corrispondere anche la realizzazione di strutture artificiali (indoor o parzialmente outdoor), che permettano la pratica per tutto l’anno. È il caso, senza entrare nel dettaglio, di alcuni comuni del cratere dell’ultimo terremoto (quello di Amatrice) che hanno predisposto progetti di rilancio del territorio devastato dal sisma, partendo proprio dalla realizzazione di impianti di arrampicata che avranno una duplice utilità: permettere l’attività sportiva agli abitanti e stimolare la conoscenza delle falesie circostanti, favorendo il turismo.
LA FEDERAZIONE ARRAMPICATA SPORTIVA ITALIANA
In questo quadro generale si inserisce la F.A.S.I. che è attore, non unico, in un sistema in cui operano anche il CAI, le Guide Alpine, gli Enti di Promozione Sportiva. La Federazione ha, per Statuto CONI, il compito esclusivo di organizzare e gestire l’attività agonistica dell’arrampicata sportiva, ma la sua azione si esercita anche in attività fondamentali, quali la Promozione (soprattutto con i bambini nelle scuole), l’attività amatoriale, in falesia e la formazione, settori nei quali deve fare i conti con altri soggetti che a volte operano con vincoli meno stringenti di quelli a cui è sottoposta una FSNDSA. Per questo motivo da anni è stata attuata una strategia che punta a far affiliare Società che praticano l’arrampicata sportiva in forma autonoma. Del resto, data la natura della disciplina, solo una formazione continua dei soggetti chiamati ad operare e ad insegnare può garantire la sicurezza necessaria. Una delle caratteristiche peculiari della Federazione è che la maggior parte dei tesserati si concentrano in poche società. Le affiliate alla FASI (nel 2017) sono state circa 250 per un totale di 30.000 tesserati. La media è quindi di circa 120 tesserati per ogni singola società. Vi sono però realtà (soprattutto nelle città del nord), molto più consistenti, che rivelano la vera natura dell’arrampicata sportiva, ora che si è staccata definitivamente dall’alpinismo.
La Tabella A mostra le prime 10 Società per numero di tesserati, in base al tesseramento 2018. Ci rivela, in modo indiretto, come le palestre di arrampicata, per la loro natura di luogo di ritrovo, devono configurarsi come centri moderni, efficienti, in grado di rispondere alle esigenze di un vasto pubblico, con orari flessibili e con un’offerta di sport modulabile e modulata.
La Tabella B ci mostra invece la divisione dei tesserati sul territorio nazionale (dati riferiti al 2016), dimostrando come questo sport sia ancora radicato al Nord, in perfetta tendenza con i numeri generali dello sport e nelle grandi città; eccezione solo per la Campania, nella quale Napoli non è al pari degli altri capoluoghi di regione).
Un altro elemento che a nostro avviso permette di comprendere bene il profilo della popolazione che arrampica riguarda la divisione per tipologie (Tabella C, dati riferiti al 2016).
La maggioranza dei tesserati è praticante. Sono ancora poche le figure necessarie per l’attività sportiva (giudici, tecnici, dirigenti). Se ne deduce che è ancora un mondo attento alla pratica individuale, meno a quella prettamente agonistica e competitiva. Anche in questo, come nei dati riportati dalla Tab. A, si deduce che l’arrampicata sportiva è sempre più percepita dai nuovi praticanti come una valida alternativa all’attività in palestra (fitness e wellness). Anche le strutture in cui si pratica, se voglio essere al passo con la richiesta, si devono modellare su parametri simili.
LE DISCIPLINE DELL’ARRAMPICATA
Fino al 3 agosto 2016 le discipline dell’Arrampicata Sportiva erano sostanzialmente tre: Difficoltà, Boulder e Velocità. Dopo quella data, che corrisponde all’inserimento all’interno del programma olimpico, è stata aggiunta anche la Combinata Olimpica, che non è altro che l’unificazione, in un’unica gara, delle tre discipline, una per singola giornata di gara.
Lead (o Difficoltà): è la classica salita con la corda dal basso su pareti alte tra 15 e 25 m; l’obiettivo è raggiungere il punto più alto possibile del tracciato. Nelle gare, la classifica viene determinata dall’ultima “presa” raggiunta.
Boulder: è la specialità più “esplosiva” dell’arrampicata. Prevede la salita su strutture alte massimo 4,5 m, senza corda, ma con l’ausilio di materassi di protezione (crash pad). L’obiettivo dei “boulderisti” è raggiungere il top, ovvero l’ultima presa del “problema”, nel minor numero di tentativi.
Speed (o Velocità): è la specialità dove conta il tempo di salita su una parete di 10 o 15 m, seguendo un tracciato convalidato dalla Federazione Internazionale e dunque identico in tutte le gare del mondo.
LE STRUTTURE DI ARRAMPICATA
La Federazione, in presenza di questa crescita repentina di affiliati, tesserati e (quindi) richiesta di servizi, si è trovata a dover adeguare il proprio modello organizzativo spesso inseguendo nuove esigenze e problematiche sconosciute.
La maggiore priorità è stata quella di rendere l’attività sempre più sicura a fronte di un aumento dei tesserati. La ricerca di “incidenti 0” ha assorbito molte energie alla Commissione Tecnica e alla Commissione Formazione.
La validità e omologazione degli impianti sportivi è affidata alla Commissione Tecnica, solo per quanto riguarda la conformità dei campi di gara. Bisogna anche ricordare che dal punto di vista agonistico, diverse manifestazioni, anche di carattere nazionale o internazionale, sono spesso realizzate su strutture allestite per l’occasione e che vengono poi rimosse alla finedell’evento. Una descrizione dettagliata delle specifiche tecniche delle pareti è inserita all’interno del Regolamento Generale gara, le cui parti salienti riportiamo di seguito in estrema sintesi.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLE STRUTTURE PER GARE DI DIFFICOLTÀ, VELOCITÀ E BOULDER
3.1. Le competizioni ufficiali del circuito nazionale d’arrampicata sportiva vengono avvallate dalla Commissione Tecnica.
3.2. Le competizioni ufficiali del circuito nazionale d’arrampicata sportiva, si svolgono su pareti artificiali o naturali ritenute idonee dalla Commissione Tecnica.
3.3. Le strutture di gara dovranno essere conformi alle specifiche normative EN vigenti; alla data di pubblicazione del presente regolamento (anno 2018) le norme di riferimento sono EN12572 -1: 2008, EN12572 - 2: 2008
3.4. Le strutture previste per gare di livello Nazionale (Coppa Italia, Campionato Italiano, Combinata olimpica) dovranno inoltre avere i seguenti requisiti:
Strutture per la Difficoltà
- altezza minima verticale della parete, dalla base alla sommità: m 12;
- sviluppo minimo degli itinerari: m 15;
- la larghezza della parete dovrà consentire la tracciatura di almeno due vie che si possano percorrere contemporaneamente. Il profilo della parete dovrà limitare al minimo i tratti verticali. Per ciascuna via è raccomandata la larghezza minima di m 3;
- la struttura deve essere certificata dal costruttore come idonea per l’arrampicata da primi di cordata.
Strutture per la Velocità
Le gare di velocità si svolgono su itinerari opportunamente tracciati, sia su pareti artificiali appositamente progettate, omologate o no, sia su elementi “naturali” quali ad esempio dighe od anche su altre strutture ritenute comunque idonee dalla Commissione Tecnica.
Tutte le specifiche tecniche delle strutture, omologate o non, sono riportate nel regolamento di gara specifico per le Speed (velocità).
Nel seguito si riportano, in breve, le principali caratteristiche:
A. STRUTTURE OMOLOGATE PER IL RECORD (formato 10 e 15 m)
- Le prese e la struttura di arrampicata devono essere conformi agli standard IFSC.
- La superficie di arrampicata deve avere un minimo di due corsie parallele con la struttura di ogni corsia realizzata secondo gli schemi riportati nel regolamento di gara specifico per le Speed.
- Il percorso di arrampicata su ogni corsia deve essere conforme ai disegni riportati nel regolamento di gara specifico per le Speed e predisposto utilizzando prese fabbricate secondo il disegno autorizzato dall’IFSC.
B. ALTRE STRUTTURE
- Le prese utilizzate nelle 2 vie devono essere uguali per tipologia, numero e disposizione.
- La superficie di arrampicata deve avere un minimo di due corsie parallele. Le corsie di arrampicata possono essere adiacenti o separate ed in ogni caso le corsie devono essere allineate orizzontalmente.
- Le 2 vie devono essere uguali nella forma e nel layout ed avere la stessa pendenza. Sarà compito del Tracciatore dichiarare se le vie sono perfettamente equivalenti o no. Nel caso in cui le vie non siano dichiarate perfettamente equivalenti, si procederà non più con un’unica salita per tentativo, ma con l’inversione delle vie e la somma dei tempi per ciascun turno incluse le qualifiche.
STRUTTURE PER IL BOULDER
- altezza massima: per questioni di sicurezza la parte più bassa del corpo del concorrente non deve mai trovarsi ad un’altezza superiore a tre (3) m. sopra il materasso di protezione; altezza minima: la distanza dalla sommità della struttura al materasso di protezione della parete non deve essere inferiore a 4 m.
- per quanto concerne i profili arrampicabili, le pareti dovranno essere quanto più possibile diversificate, comprendendo profili strapiombanti, placche, tetti, spigoli, diedri. Dovranno essere consentite la tracciatura di almeno otto linee indipendenti (problemi o boulder) che non comportino rischi d’interferenza. In analogia a quanto previsto per le vie della Lead, per ciascun problema (boulder) è raccomandata la larghezza minima di m 3;
- la struttura deve essere completa di adeguati materassi, stuoie e teli, idonei a proteggere gli atleti durante l’arrampicata e le possibili conseguenti cadute in modo da assicurare le idonee condizioni di sicurezza;
- la struttura deve essere certificata dal costruttore come idonea per l’arrampicata Boulder, per un numero di atleti congruo a quanti ne possono essere impegnati contemporaneamente durante la competizione.
3.5. Definizione di Strutture per l’Arrampicata Sportiva: tutto quanto citato ai punti precedenti con la specifica che non sono comunque considerati appigli o superfici valide per l’arrampicata tutte quelle particolarità che non fanno parte diretta della Struttura d’Arrampicata, ma ne sono solo poste ai limiti o comunque non presentano appigli o volumi fissati ed utilizzabili (ad esempio travi in legno di alcune Strutture, i pannelli trasparenti o le vetrate che servono normalmente per permettere una maggior luminosità dell’ambiente, i pilastri e i muri in cemento o mattoni, ecc.).
Non sono validi neanche i bordi esterni, laterali e sommitali delle pareti, i “fori” della parete e dei volumi ove vengono avvitate le prese, i bordi dei “volumi” presenti sui pannelli se nastrati, i lati aperti delle strutture, se non pannellati e gli “spit”, fatto salvo il caso specificato nella Velocità.
La Società Organizzatrice dovrà essere in possesso di tutta la documentazione tecnica attestante che la struttura sia stata realizzata in conformità alle vigenti normative del settore (al momento della pubblicazione del presente regolamento, anno 2018, si fa riferimento alle norme EN 12572-1:, EN 12572-2) che dovrà essere messa a disposizione dei Tecnici federali nei giorni antecedenti la competizione qualora richiesta.
La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana attraverso i suoi tecnici federali delegati alla gara procede quindi all’esclusiva verifica ed omologazione tecnico - sportiva dei percorsi ai fini della validità della gara ed al controllo delle reali condizioni all’atto della competizione (es materassi nelle gare Boulder, verifiche periodiche degli impianti) mentre la responsabilità per quanto riguarda la rispondenza della struttura alle normative di sicurezza, ricade solo ed esclusivamente alla Società Organizzatrice.”
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