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A Palermo il seminario “io vengo dallo sport” dedicato agli studenti di scienze motorie

Nell’ambito del modulo didattico “Sport e Integrazione” gli studenti hanno partecipato a un momento formativo sulle relazioni fra sport e inclusione e sulla valorizzazione del ruolo educativo dei futuri tecnici e insegnanti di attività motorie.

Il Seminario “Io vengo dallo sport”, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo e tenutosi il 21 ottobre 2022, è stato l’occasione per introdurre il modulo didattico “Sport e Integrazione”, riservato agli studenti del corso di laurea in Scienze Motorie.

Nel corso dell’incontro, che si è aperto con i saluti dell’Università degli Studi di Palermo portati dal Prof. Antonio Palma (Delegato del Rettore al coordinamento delle politiche sportive di Ateneo) e dal Prof. Gioacchino Lavanco (Direttore del Dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche, dell'esercizio fisico e dello sport) e si è svolto alla presenza di rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di Sport e Salute, gli studenti hanno potuto conoscere i temi che verranno affrontati durante il corso, iniziando così un percorso di riflessione che riguarderà il ruolo dello sport come veicolo di inclusione e innovazione sociale.

In particolare, le testimonianze di Dalia Kaddari, velocista delle Fiamme Oro, di Tania Di Mario, oro olimpico ad Atene 2004 nella pallanuoto e Legend di Sport e Salute e di Antonio Ferro, Presidente dell’ASD Only Happy di Mazara del Vallo (TP), hanno contribuito a sottolineare l’importanza dell’allenatore come figura cruciale nella gestione dei gruppi multi-culturali e nella valorizzazione dello sport come terreno di incontro, dialogo, confronto e contrasto alle discriminazioni.

Dalia Kaddari ha dichiarato:  “Faccio parte di un gruppo sportivo, quello delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, che condivide una passione, un lavoro, degli obiettivi comuni. Noi siamo una grande squadra ci sosteniamo sempre a vicenda perché è così che fa un vero team nonostante ognuno faccia delle discipline diverse. L’atletica è fatta di discipline individuali a eccezione della staffetta, disciplina in cui l’affiatamento e quindi anche il rispetto, tra i componenti della squadra è un elemento fondamentale per la buona riuscita della prova. In un gruppo ci deve essere rispetto che vuol dire anche accettare le diversità senza giudicarle. Il rispetto consiste nell'ascoltare l'altro e cercare di comprendere il sentire altrui che è differente dal proprio.  Attraverso lo sport i ragazzi e le ragazze sviluppano importanti attitudini sociali, imparano gestire le emozioni, conoscono loro stessi e le loro abilità. E lo sport, senza dubbio, può rappresentare per un ragazzo un importante veicolo per promuovere l’uguaglianza e superare le avversità.”

“Non sarei la persona che sono se non avessi iniziato a fare sport sin da bambina” ha detto Tania di Mario. “Mi ha regalato i momenti più felici della mia vita , rendendomi una persona migliore. È una scuola di vita che mi ha insegnato valori come la correttezza, il rispetto degli altri e delle regole, la solidarietà. Grazie allo sport ho imparato a gestire la sconfitta come una possibilità di miglioramento e a non fermarmi davanti agli ostacoli, a trovare soluzioni e il piacere di condividere i momenti belli  ma anche quelli difficili con la mia squadra . Nella mia vita sportiva ho avuto la fortuna di entrate a far parte di altre mille famiglie, incontrando le tantissime sorelle che non ho mai avuto. Ogni squadra che ha fatto parte del mio cammino è rimasta nella mia vita , ancora oggi ognuna di noi correrebbe in aiuto di una sua compagna di squadra in caso di necessità. Come ci siamo tenute per mano nei momenti importanti della nostra carriera, continuiamo a farlo anche ora a distanza di molti anni. Penso spesso a come sarebbe facile vivere in una società migliore se vivessimo tutti replicando quello che succede nell'ambito sportivo, saremmo tutti molto più sani e soprattutto dei cittadini e delle persone migliori. 

Secondo Antonio Ferro “Il ruolo dell'allenatore va di pari passo con quello dell'educatore. E’ quindi di cruciale importanza formare gli ‘addetti ai lavori’ sian dai primi anni del loro percorso di studi, fornendo gli strumenti adatti per migliorare le proposte indirizzate ai soggetti più fragili. Talvolta utilizzare lo stesso metodo per tutti può portare alla perdita dei soggetti che hanno delle necessità e dei bisogni diversi. Pertanto risulta fondamentale porre l’attenzione sulle relazioni che si instaurano, modulando e adattandosi caso per caso. Solo così è possibile non lasciare nessuno indietro e scoprire talenti che magari sarebbero rimasti inespressi.”

Nel corso del seminario, il prof. Giuseppe Battaglia – Professore associato di Metodi e Didattiche delle Attività Sportive presso il Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell'Esercizio Fisico e della Formazione – ha sottolineato come, per conto dell’Università degli Studi di Palermo, si sia occupato di “curare la definizione di un modulo didattico di due crediti formativi, avente come focus il tema dell'inclusione attraverso lo sport e di contestualizzarlo all'interno dell'offerta formativa dei Corsi di studio in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22) e in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate e delle Attività Sportive (LM-67/68) per gli anni accademici 2021-2022 e 2022-2023.”

L’incontro, svoltosi nell’Aula Magna “V. Li Donni” alla presenza di oltre 300 studenti, è uno degli 11 seminari che verranno realizzati in altrettante università italiane come parte del modulo didattico “Sport e Integrazione” - un intervento promosso nell’ambito del progetto “Sport e integrazione” realizzato da Sport e Salute S.p.A. e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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