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La sfida azzurra alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 (2021).

La Paralimpiade, ai Giochi di Tokyo 2020, disputati nel 2021 a causa della pandemia, ha avuto attenzione e visibilità senza precedenti da parte del grande pubblico. La storia dei Giochi paralimpici è complessa e travagliata.

L’idea nasce da un medico polacco, Ludwig Guttmann, naturalizzato inglese, che aveva organizzato una competizione sportiva per veterani di guerra con varie menomazioni. La prima “vera” Paralimpiade, che non si chiamava ancora così, si disputò a Roma nel 1960, poco dopo la XVII Olimpiade, ma solo nel 1984 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) riconobbe ufficialmente i “Giochi paralimpici”. Molte edizioni, però, sono rimaste quasi nascoste ai mass media e solo in anni più recenti sono “emerse” a livello mediatico.

Tokyo 2020 è stata una Paralimpiade trionfale, che ha avuto una visibilità quasi analoga alla stessa Olimpiade. A Tokyo gli Azzurri paralimpici hanno raggiunto un numero record di medaglie, visto che i risultati di Roma 1960 non sono comparabili con la partecipazione davvero globale di oggi.

Gli Azzurri, in 11 discipline, hanno conquistato 14 ori, 29 argenti, 26 bronzi, con risultati strepitosi nel nuoto, che ha raccolto oltre metà bottino.

La nostra “regina” è stata la sempre straordinaria Bebe Vio, che ha rischiato di non esserci e invece ha conquistato di nuovo l’oro nel fioretto individuale e l’argento in quello a squadre. Partecipare alle Paralimpiadi, è davvero quasi più importante che vincere, ma tra le tantissime atlete ed atleti presenti a Tokyo, ha colpito la straordinaria tripletta nei 100 metri femminili, con il podio tutto tricolore grazie a, nell’ordine di arrivo, Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Graziana Contrafatto.

Franco Del Campo

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